"U Cumbitu di San Giuseppe" è una tradizione radicata in Calabria. In occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo, la comunità si unisce in un gesto di solidarietà e condivisione.La celebrazione prevede che, la notte precedente la festa, un gruppo di donne si riunisca per preparare diverse pietanze, tra cui il piatto principale: "lagane e ceci", una pasta con ceci tipica della regione. Il giorno seguente, queste pietanze vengono offerte gratuitamente a tutti gli abitanti del paese, creando un momento di convivialità e preghiera collettiva. Durante il pranzo, una famiglia locale rappresenta la Sacra Famiglia, assaggiando e benedicendo il cibo con la frase: "Sia lodato Gesù, Giuseppe e Maria". Inoltre, volontari distribuiscono porzioni di ceci e broccoli, chiamate "la devozione di San Giuseppe", alle persone malate o impossibilitate a partecipare. Questa tradizione, che potrebbe risalire al XX secolo o avere origini nel medioevo, simboleggia la solidarietà sociale e la fratellanza, sospendendo le strutture di classe in una regione storicamente afflitta da povertà e fame. "U Cumbitu di San Giuseppe" rappresenta un momento significativo di unione e condivisione, mantenendo vive le radici culturali e spirituali della comunità calabrese.

"San Francesco di Paola" di Angelo Di Lorenzi è un'opera che immerge il lettore nella vita e nelle opere di uno dei santi più amati della tradizione cristiana, San Francesco di Paola. Di Lorenzi, con uno stile narrativo fluido e coinvolgente, riesce a tratteggiare un ritratto vivido e dettagliato del santo calabrese, fondatore dell'Ordine dei Minimi.
Il libro non è soltanto una biografia, ma una vera e propria esplorazione spirituale che permette di comprendere a fondo la personalità e la spiritualità di San Francesco. Di Lorenzi utilizza fonti storiche e agiografiche con grande abilità, amalgamandole con aneddoti e racconti che rendono la figura del santo più accessibile e umana.


Uno degli aspetti più affascinanti dell'opera è la descrizione dei miracoli attribuiti a San Francesco di Paola. Di Lorenzi narra questi eventi con un equilibrio che evita il sensazionalismo, mantenendo invece un tono rispettoso e contemplativo. Questo approccio permette al lettore di avvicinarsi con rispetto e meraviglia alla dimensione soprannaturale della vita del santo.
Il contesto storico in cui visse San Francesco di Paola è delineato con cura, offrendo uno sfondo dettagliato che aiuta a comprendere meglio le sfide e le opportunità del suo tempo. Le descrizioni della Calabria del XV secolo sono ricche e vivide, permettendo di apprezzare l'ambiente in cui il santo operò e si distinse per la sua straordinaria carità e umiltà.

“L’albero del sambuco” è un romanzo semplice e nello stesso tempo avvincente che tratta di una storia vera ,ambientata negli anni cinquanta e che si dipana attraverso un percorso immaginario. L’autore del libro è Rocco De Rito, un medico che vive in un piccolo paese dell’entroterra calabrese e nel viaggio immaginario descritto nel libro traspare l’amore per la propria terra,il desiderio di salvaguardarne le tradizioni ,la cultura con tutte le sue contraddizioni e peculiarità.
Nel titolo si trova l’essenza del romanzo. Il sambuco,l’albero delle 7 virtù salutari è stato sempre considerato magico nelle antiche tradizioni nordiche ed è proprio magia quella che aleggia in tutto il romanzo.La vicenda narrata si svolge sullo sfondo dei grandi mutamenti che hanno interessato il territorio, provocando traumi sociali ed economici tuttora irrisolti. Il libro è ambientato in una zona particolare che è stata fondamentale per la riforma agraria con le prime lotte e avvisaglie del famoso sciopero del 49 culminato con l’eccidio di Melissa
Non solo storia del paese quindi ,ma storia della Calabria,del Sud e di tutta l ‘Italia in un processo socio politico che aiuta a scoprire le geografie territoriali, oltre che quelle interiori ed emotive

In occasione della festa di San Giuseppe era una tradizione millenaria nei paesi Calabresi organizzare “u cumbitu” (il convito). Un pranzo a base di “cannarozza e ciciari” ( pasta corta e ceci) organizzato dai fedeli per grazia ricevuta o dalle famiglie più agiate come rito propiziatorio per un raccolto abbondante. Al “cumbitu” erano chiamati a partecipare i poveri del paese ed era l’occasione di tutta la comunità di rinnovare un patto tacito di solidarietà consumando tutti insieme un pasto caldo. Per fortuna i tempi del “ Cumbitu” sono finiti . L’Associazione Culturale Calabresi di Cinisello e Nord Milano da alcuni anni mantiene viva questa tradizione nel segno della solidarietà e dell’unione della comunità.

Per prenotazioni( fino ad esaurimento posti) contattare i seguenti numeri telefonici:

3396976502
3397595774
3288853144

cumbitu2024

Joomla templates by a4joomla